giovedì 9 settembre 2010

Stanchezza

stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza stanchezza

lunedì 30 agosto 2010

Prima di campionato e tessera

La prima di campionato e' andata. Un pessimo pareggio con il cesena, ma vabbe' non e' quello la cosa di cui volevo parlare.
La tessera del tifoso.
Sono contrario, anzi contrarissimo alla tessera del tifoso. Pero' mi sono tesserato lo stesso.
Sono stato insultato per questo, ma me lo aspettavo, mi aspettavo di peggio a dire il vero.
Lo avrei fatto anche io se non mi fossi tesserato.
Mi sono tesserato solo ed esclusivamente per non perdere la prelazione sull'abbonamento il prossimo anno,e anche perche' mi e' impossibile andare ogni partita a prendere il biglietto.
Dei cosiddetti privilegi (tra l'altro ridicoli) della tessera, me ne sbatto. Le code ai tornelli e le perquisizioni me le sarei fatte volentieri, come sempre. I gruppi dicono bene a non tesserarsi, pero' loro poi passano davanti a tutti quando c'e' da prendere i biglietti (in parte anche giustamente, si fanno tutte le partite, tutte le trasferte).
Ma poi la domanda che mi sono fatto e': se come vorebbe il governo e la federazione, tutti si fossero fatti la tessera, ma le file privilegiate, la prelazione, ecc, ma a che cavolo sarebbero servite? sarebbe stato tutto uguale a prima. BOH
Continuero' ad andare allo stadio, a tifare, e a essere insultato probabilmente.
Siamo in uno stato di merda, ma questo gia' si sapeva.
D'altro canto e' anche vero che non e' che la tessera del tifoso sia una schedatura piu di quanto non lo sia gia' l'abbonamento. Voglio dire, ho dovuto dare gli stessi identici dati per la tessera e per l'abbonamento, quindi non ci vedo niente di particolarmente schedante. L'unica cosa e' che passa per l'approvazione della questura, cosa che non ha comunque un senso, dato che chi ha il daspo comunque non puo' entrare allo stadio, e il fatto che non puo' entrarci anche chi ha avuto reati da stadio negli ultimi 5 anni e' una bastardata. Io tizio che ha fatto il reato, sono dovuto stare fuori dello stadi per diciamo 3 anni, come e' stato deciso da un tribunale o quello che e', ho scontato quello che dovevo scontare, perche' dovrei stare altri 5 anni fuori dello stadio? porcata.
Ma questo governo, di leggi porcate, ne ha gia' fatte abbastanza.
Spero che le cose si sistemino in futuro.

sabato 21 agosto 2010

Supercoppa

stasera si inizia il nuovo anno calcistico con la Supercoppa.
Non ho buoni presentimenti sinceramente, ma ci spero.
Questo sara' un anno abbastanza strano in verita'. Con la tessera del tifoso la sud sara' semivuota per le partite ritenute a rischio, praticamente la maggior parte. Io mi sono tesserato, qualcuno mi potra' anche considerare un infame per questo, in realta' non penso sia cosi'. In realta' penso che proprio per non darla vinta a chi ha voluto questa stupida tessera si sarebbe dovuto farla tutti. In effetti ora come ora hanno raggiunto esattamente quello che era il loro obiettivo: eliminare gli ultras dalle curve. Quest'anno e' di transizione, quindi qualche partita sara' possibile averli, ma dal prossimo anno sara' obbligatoria sempre a quanto pare, e anche i gruppi se non se la faranno dovranno rimanere fissi fuori dello stadio.
Non so se un simile comportamento e' da apprezzare per la coerenza che dimostrano in questo, o da biasimare perche' si abbandona cosi' la cosa piu importante che e' la Roma.
Sono stato incerto fino all'ultimo se farmi la tessera o no, alla fine me la sono fatta piu che altro per non perdere la prelazione sull'abbonamento. In fin dei conti se le cose andranno in un certo modo (curva vuota nelle partite a rischio), credo sia giusto lasciarla completamente vuota (inoltre andare 2000 persone e' solo ridicolo).
Vedremo, comunque sempre forza ROMA

venerdì 20 agosto 2010

Dove c'e' barilla c'e' casa

Ho appena scoperto. dopo aver visto per la prima volta Momenti di Gloria (chairots of fire) che il jingle della barilla, bellissima musica, nonche' prima cosa che ho imparato da solo a suonare con la pianola ai tempi delle elementari, sta nel film di momenti di gloria. Mi pareva strano che avessero inventato una simile cosa per una pasta... pero' e' veramente azzeccata.

giovedì 19 agosto 2010

igoogle

Finalmente dopo tanto tempo sto provando ad usare igoogle, e lo sto usando proprio per postare qui sul blog. Non so come funzionera' e se funzionera'. Intanto ci provo. Mi pare una cosa carina.
Ciao a tutti

martedì 5 gennaio 2010

#322: Intervista fra Rei Hiroe e Gen Urobochi riguardo le donne

Per l'uscita del libro Black Lagoon - Il vento del diavolo l'autore del fumetto Rei Hiroe e l'autore del libro Gen Urobuchi hanno avuto una discussione che mi è piaciuta molto e che riporto. Tratto da Black Lagoon numero 8.
RH: Bè, direi che la nostra collaborazione è nata quando ho letto la sceneggiatura che il signor Uobochi aveva scritto per il gioco per PC Django. Ciò che mi ha copito di più in quella storia è l'eroina che all'inizio della storia se ne esce con:"Voglio farmi un bel ragazzo vergine!" [risata]. In quel momento ho sentito qualcosa dentro e ho pensato : "Ma che grandissima puttana!".
GU: Spero che anche altri la pensino così...
RH: Mi sa che siamo ancora lontani dal giorno in cui quel tipo di moe prenderà piede..[risata]
GU: Vorrei che le donne fossero dei mostri; anzi, qualcosa di ancora più pericoloso. La donna carina, gentile e premurosa non riesco proprio ad amarla.
RH: E che problema c'è? Anche se non lo faremo noi, lo farà certamente qualcun altro. Noi continueremo a portare avanti l'idea della donna che urla:"Voglio farmi un bel ragazzo vergine!" [risata]
GU: Dentro di me penso sempre che le donne siano forti, molto forti. E penso anche che l'uomo sia come un'ape, una creatura che dopo aver inseminato potrebbe anche schiattare!
RH: [scoppia a ridere]
GU: Questo significa che gli uomini sono deboli. Per le donne comincia tutto dopo aver ricevuto il seme.
RH: Eh già, ha proprio ragione
GU:Le donne devono continuare a combattere. E questa "forza" non riesco a vederla come bellezza. Perciò non posso trattarle come si tratta un gattino
RH:Non pensa anche lei che quelle storie in cui l'eroina è una di quelle ragazze carine e indifese si colleghino al fenomeno del maschilismo ?
GU: Sì. Ed è proprio questo che tutti gli uomini vogiono.
RH: Già però noi non la pensiamo così! A noi piacciono le donne tutte d'un pezzo come la Thatcher [risata]
GU: Davvero. La situazione delle donne è cambiata molto. Di questo passo sarà dura per noi uomini..
RH: Eh già [risata] Allora lei non sembra essere per niente maschilista , eh?
GU: Per diventare maschilista bisogna credere di essere superiori , e io credo il contrario! Non potrei mai battere una donna!
RH:Eh, sì, anche io la penso come lei!
GU:Se dovessi pensare a una possibile razza umana evoluta, certamente la creerei da una base femminile. E se mi chiedessero di progettare una creatura umana del futuro, lascerei perdere l'uomo. Senza la gigura maschile la società abdrebbe avanti senza problemi
RH: interessante.
GU: L'uomo può mettercela tutta, ma alla fine non risolev mai niente. Compie il proprio dovere e poi muore. Il resto spetta tutto alla donna.
RH: Questo mi fa pensare alla posizione di Balalaika e Boris [due personaggi del fumetto.NdRik]
GU:Già. Balalaika è terrificante, non è così? una femmina con le palle...
GU:Proprio così[risata]. Quindi quando bisogna creare un personaggio femminile molto forte, si deve farlo secondo un certo criterio, mettendoci sempre un po' di "loli". La cosa più bella è che molto spesso , chiedendo consigli in giro, tutti mi dicono che più grandi saranno le tette del personaggio in questione, più avrà successo [risata]
RH: Ah, interessante [risata]
GU:Proprio per questo sia nei film che nei videogiochi, quando eroine tettone vengono attaccate dai mostri, provo una sorta di tranquillità.. penso che potrei vederle anche fatte a pezzettini.
RH: Dice davvero? [risata]
GU: Personaggi del genere non mi danno affatto l'idea di essere deboli e indifesi
RH: [Risata] Con quelle enormi bocce vincono sempre [risata]
GU: Se devo provare pietà per un personaggio femminile allora credo che dovrebbe essere disegnato piatto come una tavola da surf[risata]
RH: Questa è davvero un'affermazione molto forte! Bè, normalmente gli uomini vogliono stare vicino a una ragazza carina, ma se la ragazza è forte, deve essere indipendente. In fondo, anche le donne riescono a sparare con un AK47, no?
GU: Penso che la ragione per cui gli uomini hanno una posizione superiore nella società moderna è perché in questo modo fila tutto liscio. Se così non fosse , credo si estinguerebbero. Infatti se si riuscisse a produrre artificialmente gli spermatozoi, non ci sarebbe bisogno degli uomini, o sbaglio?
RH: E' vero
GU: Per garantire un futuro, gli uomini devono essere in una posizione preminente. Penso che questo le donne lo capiscano. Mi scuso con tutte le donne che non la pensano così. Tuttavia questa è la realtà. Se non fosse così, l'uomo potrebbe scomparire
RH: Credo che in questo sistema sociale di cui abbiamo parlato anche la donna sia in una posizione preminente. Se l'uomo lavora, la donna può curare e far crescere il cosidetto "seme". Qualsiasi cosa si dica, secondo me gli uomini non potranno mai battere le donne. Le donne sono terribilmente forti!
RH:Eh sì [risata] Bè dopotutto una donna forte come lei credo sia il sogno di tutti, no? Nel videogioco Django c'è ua scena in cui le tre protagoniste se ne vanno insieme. In quella scena le tre ragazze dimostrano forza e allo stesso tempo anche femminilità
GU: Una donna che fa la parte della cattiva è sempre bella.
RH:Già, già. L'uomo non è bello per niente
GU:Tutti credono che una donna debole possa usare qualsiasi mezzo per arrivare al proprio obiettivo. Bè, secondo me qualsiasi donna può farlo, debole o non debole che sia. Gli uomini invece stanno troppo a guardare il lato cool della situazione, se quello che fanno è figo o no.
RH: Eh si, questo fa parte del maschilismo, eh? [risata]
GU: Sì! l'uomo pensa sempre se quello che fa è figo o noed è quello che forse diventa il suo punto debole. Proprio per questo non mi piacciono molto le storie hard boiled. Non riesco a starci dietro
RH: La donna riesce sempre a farcela mentre l'uomo schiatta!
GX: Poco prima della scena culmine del film western del 1969 Il mucchio selvaggio , i quattro cattivi combattono contro l'esercito messicano per salvare i compagni catturati dal nemico. Ecco, prima di quello scontro gli uomini comprano una prosituta e , dopo essersi divertiti, si preparano per la battaglia. In quel momento la prostituta si riveste senza dire neanche una parola e li guarda partire. Nnon pensate che sia una scena simbolica del film?
RH: Eh sì, davvero una bella scena!
GU: E il momento della camminata dei quattro verso il nemico è bellissima
RH: Davvero bella!
GU: Il momento in cui decidono che moriranno proprio in quel posto è la parte più incredibile!
RH: Sì, in quel momento loro sanno di essere già morti. Un pezzo fantastico. Sanno che non torneranno mai più a casa.
GU: Penso che quello sia l'unico momento in cui l'uomo prevale sulla donna. Un altro modo per far prevalere l'uomo potrebbe essere quello di creare un mondo tipo quello di MadMax2 [risata]. Ora come ora, anche senza la figura maschile la vita può andare avanti senza problemi
RH: Provi a pensare a un mondo di soli uomini senza donne. L0umanità cesserebbe di esistere in una sola generazione [risata]. Comunque alla fine di tutto abbiamo capito che sia io che lei non siamo maschilisti e non lo saremo mai
GU: Eh già [risata]
GX: Molto bene . Auguriamo a entrambi di continuare a creare personaggi femminili con le palle e uomini che muoiono da gran fighi!

sabato 10 ottobre 2009

#321: La comunità universitaria

Ho trovato in un quaderno un foglio con questo titolo, di un certo Vittorio Bachelet, personaggio che non conoscevo. Ha fatto parte di un gruppo che non condivido affatto (Comunione e Liberazione) e fu assassinato dalle BR, e questo mi dispiace, comunque tutto ciò non importa. Quello che mi interessa non sono le sue idete politiche e religiose, ma ciò che ha scritto, indipendentemente da chi fosse e dal contesto in cui l'ha scritto, ed è ancora di grande attualità)

Questo brano è tratto da "Gli ideali che non tramontano mai - Scritti giovanili"
(lo sto copiando a mano, e sicuramente non mi andrà di rileggerlo dopo, quindi magari saranno presenti errori di battitura, in corsivo le parti a mio avviso più significative)

La comunità universitaria

[...]

La prima deficienza, quella di cui si va parlando nei convegni universitari nazionali e internazionali è la mancanza di una comunità universitaria. Il numero impressionante degli studenti (anche se, all'ultimo anno, in leggera diminuizione); la insufficienza delle biblioteche, dei laboratori, delle stesse aule di studio, e quindi degli istituti universitari; il tono accademico dei corsi che escludono quasi sempre un qualsiasi contatto di collaborazione culturale fra studenti e professori. Lo stesso metodo che separa lo studio (fatto durante l'anno) dalla valutazione dello studente fatta in pochi minuti all'esame; la diserzione che, soprattutto nelle facoltà umanistiche i professori da un lato, e gli studenti dall'altro, fanno delle lezioni, senza dare ad esse valore alcuno; costituiscono i fattori di questa grave situazione che sbalordisce gli studenti e li respinge o a una presenza ridotta al periodo di esami o a un tentativo di surrogato della comunità universitaria in forme goliardiche quasi sempre non costruttive.
[...]

L'università di oggi è una istituzione, cioè un organismo creato da enti determinati (statali o privati)  e messo a disposizione degli individui che abbiano determinati requisiti, e che lo desiderino. Questi godono di un certo servizio alla cui organizzazione sono estranei, ne beneficiano i frutti - e ne soffrono i danni - come soggetti in un certo senso passivi, certamente non come soggetti attivi nella direzione della vita della istituzione. L'Università insomma, anche strutturalmente, non si presenta come una comunità, ma, al massimo, come un servizio predisposto per determinate persone. In più la relativamente ristretta categoria sociale dalla quale escono gli studenti universitari, [...], l'abitudine affermatasi recentemente di creare una cultura di Stato (liberale, fascista, sovietica, ecc.), la scarsità di mezzi economici messi a disposizione delle Università, impediscono alla Università di essere un efficiente centro culturale.
Possiamo quindi accennare qui brevemente i punti da contemplarsi in un grande programma di riforme universitarie, come anche gli obiettivi che ciascuno di noi può porsi e può sperare di realizzare anche prima che i grandi programmi possano essere attuati. Li accenniamo solo perchè ciascuno di essi dovrà essere trattato separatamente e qui serve solo come aspetto particolare del quadro della ricostituenda comunità universitaria.
Per quanto riguarda dunque questa riforma pensiamo sia necessario dare agli studenti una maggiore responsabilità nella vita dell'università; questo potrà attuarsi organizzativamente attraverso una partecipazione studentesca agli organi direttivi ma in genere dovrà realizzarsi soprattutto a mezzo di una collaborazione costruttiva fra studenti e professori nella vita culturale di facoltà (seminari, esercitazioni, ricerca scientifica, ecc.). Una serietà e una severità maggiore di studi, unite  eventualmente allo sdoppiamento del titolo accademico, dovrà garantire l'Università dall'inflazione studentesca; questo tuttavia richiede, per evidenti ragioni di giustizia, che a tutti, e non solo attraverso platoniche e sempre insufficienti borse di studio, sia data la possibilità di studiare seriamente, anche a chi debba pensare al sostenamento proprio e dei suoi, a chi debba soggiornare fuori della propria residenza (creazione, soprattutto per questi ultimi, di colleggi universitari); e ciò come anche la reale efficienza delle biblioteche, dei laboratori, ecc. postula l'aumento del bilancio universitario, bilancio per il quale, come abbiamo visto, troppo spesso è ingiusta la tassazione degli studenti.
Ma io penso che, se la riforma universitaria è necessaria, più necessaria e certamente più attuabile è la riforma che ciascuno di noi deve tentare di realizzare. Alunni e professori in talune delle università italiane, dimostrano d'avere le capacità di creare, nella loro scuola, quella comunità che andiamo cercando. Qualche volta un gruppo di studenti ha saputo esso stesso, stringendosi intorno a questo o a quel docente, creare questa piccola comunità universitaria. Se ciascuno di noi prendesse l'impegno di incontrarsi con i propri compagni alla ricerca di questa comunità, di superare, quella specie di nausea che tante volte viene di fronte alla insufficienza della nostra Università, per iniziare noi stessi, coraggiosamente, l'impresa attraverso gruppi di studio, conversazioni su argomenti di studio, contatti con i professori anche al di fuori delle ore di lezione, forse tutto questo potrebbe contribuire a creare le basi spirituali sulle quali la grande riforma potrebbe attuarsi. La responsabilità dei professori è certamente grande su questo punto, ma anche gli studenti, se mirano al profondo, se non si isolano superbamente in uno studio aristocratico, ma uniscono i loro sforzi possono fare molto, perchè la comunità universitaria viva. Di fronte a questo entusiasmo anche i professori si sentiranno scossi, e anche fra mille deficienze, l'Università potrà ridiventare «universitas» cioè comunità viva di maestri e studenti, il centro e la preparazione della comunità sociale.