martedì 12 agosto 2008

#296: Michael Moore, The Big One

Sto vedendo in questo momento su La7 il documentario di Micheal Moore "The Big One", il cui titolo penso possa anche essere riferito a se stesso, in quanto ha una stazza non indifferente (in realtà è riferito al nome che sceglierebbe per gli USA).
Lo avevo già conosciuto in quanto avevo letto alcune cose riguardo il suo film Sicko e ha idee che condivido più o meno pienamente. Poi so che ha fatto anche Fahrenheit 9/11, anche se non l'ho mai visto, penso che lo vedrò.

Devo comunque dire che questo Big One è decisamente interessante. E' una sorta di documentario sul contrasto fra i profitti milionari delle grandi compagnie e delle multinazionli e i violenti licenziamenti che queste compiono mandando centinaia di persone sul lastrico.

Due cose in particolare mi hanno colpito.

La prima riguarda uno dei libri che ha fatto, in cui erano presenti due immagini, l'una di un edificio distrutto in un attentato terroristico, con una bomba, con 160 civili morti. Nell'altra era presente un edificio una ex fabbrica, anch'essa distrutta. Una fabbrica nella quale erano stati fatti molti licenziamenti, e poi l'edificio era stato distrutto.
E sopra a queste due immagini c'era la domanda: Cosa è il terrorismo?
Lo stesso Moore afferma (vado a memoria): "Certo parcheggiare un furgone carico di esplosivo, farlo esplodere e provocare 160 vittime è terrorismo, ma licenziare centinaia di persone provocando un aumento dei suicidi, delle vittime dell'acohol, della droga, delle violenze domestiche, non è anch'esso terrorismo? Allora perchè non vengono chiamati terroristi anche le multinazionali?
E' una provocazione, ovvio, e una esagerazione, nonchè una forzatura del vocabolario. Ma il concetto è assolutamente corretto. E' il capitalismo. Spostare la produzione in Messico, o in Taiwan ti fa risparmiare qualche milione? Non ci penso due volte a chiuderti la fabbrica mandando a spasso due o trecento persone.

L'altra cosa che mi ha fatto impressione è quando ha intervistato un tizio che era un omicida, immagino ergastolano, e da dentro la prigione lavorava via telefono per una agenzia di voli, o qualcosa di simile. Cioè questo ha detto testuali parole: "Io potrei ammazzarti qui, ora e non me ne fregherebbe niente", e immagino questo dieci minuti dopo: "Si signora un volo andata e ritorno per le baleari dove può divertirsi moltissimo per appena..." 
E dannazione, c'è tutto un business del genere, i call center delle compagnie telefoniche, carcerati, la maggior parte dei lavori effettuati via telefono... E faceva vedere le immagini di questi soggetti che parlavano al telefono. E naturalmente senza prendere una lirta.E poi ha fatto questo ragionamento:Allora, adesso noi licenziamo la gente, così rimane povera in canna, va a rubare, si droga, ecc, e così va in carcere. Dove sarà costretta a lavorare gratis, tanto già sa cosa fare! Le fabbriche si trasformano in prigioni, e le prigioni in fabbriche. Uno scenario inquietante, forse catastrofico, ma purtroppo del tutto verosimile.

Questo Micheal Moore è un po' il Beppe Grillo americano, o meglio Grillo è il Moore italiano, anche se ovviamente non c'è paragone.
Inoltre Moore pare Peter Griffin!

PS: il presidente della nike pare Rocco e beccatevi questo filmato sottotitolato in italiano:


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